Una volta esistevano i lavavetri…
Era la massima espressione che veniva usata per denigrare gli extra-comunitari che arrivano in Italia ed invece di cercare lavoro, si appostavano ai semafori, facendo finta di lavare i vetri per raccimolare qualche spicciolo. In un’indagine statistica è poi stato scoperto che “qualche spicciolo” voleva dire una media di 300.000 delle vecchie lire (oggi 150,00 € più o meno) al giorno. Questo fece riflettere, perché quale lavoro onesto permette di guadagnare una cifra giornaliera simile? O sei un imprenditore , con tutti i rischi d’impresa o te la sogni una cifra del genere.
Ma come per l’abbigliamento e i cellulari, anche la moda dell’accattonaggio cambia. Chi come me lavora nel settore marketing, conosce l’importanza della comunicazione pubblicitaria e dello studio dei brand per il prodotto o servizio in questione… bene, penso che anche fra “chi fa la vita” come li chiama Samuel L. Jackson nel film “Pulp Fiction”, ci sia chi studia nuovi modi per fare accattonaggio.
Ovviamente il lavavetri continua a fare tendenza, tanto nessuno gli dice niente! Cambiano però le nazionalità impegnate in quest’attività. Gli ultimi sono i senegalesi (perlomeno nella provincia di Rimini).
Dopo i lavavetri, hanno cominciato a vedersi i parcheggiatori. Questi soggetti stazionavano nei parcheggi pubblici e chiedevano “un contributo” per la segnalazione di posti vuoti (che chiunque poteva vedere anche senza i loro aiuto), per il controllo dell’auto e in alcuni casi, per evitare che loro stessi rigassero le auto parcheggiate. Ha fatto scalpore l’episodio successo anni or sono nel parcheggio che esisteva all’Arco d’Augusto, quando una ragazza che si è rifiutata di pagare è stata afferrata per i capelli da 2 Albanesi, i quali le hanno rigato la fiancata e le hanno detto: “la prossima volta te lo facciamo in faccia!”.
Dopo questo fenomeno sono apparsi anche fuori dai supermercati, che si offrono di portarti le borse della spesa fino alla macchina. Piuttosto innocui (anche se insistenti) e diciamo utili per le signore anziane.
Adesso invece vanno di moda gli accattoni storpi ai semafori. Questi personaggi sono i peggiori insieme a quelli che si fingonomalati per raccimolare soldi che gli evitano di lavorare.
Per esempio, ce ne sono 2 che stazionano sulla Superstrada per San Marino. Questi 2 Rumeni arrivano in autobus la mattina presto camminando normalmente, poi prendono la stampella e cominciano la sceneggiata. Questo fino a sera, quando finiscono il loro “turno” e come per miracolo, tornano a camminare normalmente.
OGGI, UN EPISODIO SIMBOLO
Questa mattina mi è capitato di assistere ad un episodio che definirei esaustivo.
Ero alla pasticceria Adriatica a Bellaria e, come tutte le volte che vado nei pressi dell’isola dei Platani, incontro un Rumeno che chiede l’elemosina mostrando un cartello dove si può leggere: “ Aiutatemi, ho la leucemia“. Sono 2 anni che per tutta la settimana gira con questo cartello in bella vista e non presenta nessun sintomo di quella malattia. Poi il fine settimana passeggia tranquillamente con la compagna, vestito bene e fa shopping nei negozi.
Oggi ferma alcune signore anziane fuori dalla pasticceria e chiede l’elemosina facendo finta, come al solito, di non sapere bene l’italiano. Una di queste signore cerca nelle tasche e trova una moneta che non ho visto bene essere da 20 cent o da 50 cent. Questo Rumeno alla vista della moneta comincia ad urlare ed inveire contro la signora: “Pezzente! Per chi mi hai preso? Cosa ci dovrei fare con quella miseria?”
Fatto questo entra in pasticceria, chiede un bombolone e quando gli sono stati chiesti 70 cent, ne ha dati solo 11 e ha risposto: “Fatteli bastare!” e quando la commessa non gli ha dato quello che ha chiesto, è uscito insultandola.
Secondo me, situazioni di questo genere sono inammissibili. Ci vorrebbe qualche provvedimento fatto ad hoc per eliminare e prevenire questo tipo di situazioni.
Spero che il mio amico e collega di AN-PDL GIANLUCA MEDRI possa intervenire sul discorso sicurezza e trovi un rimedio a Bellearia nel frattempo che aspettiamo un provvedimento a livello nazionale che, speriamo, rispedisca tutti questi soggetti che non hanno nessuna voglia di integrarsi nel loro Paese di origine, possibilmente con la negazione di un possibile ritorno in futuro.
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